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Narco-ipnosi ai tempi del coronavirus: il caso di Dario Musso

In un editoriale pubblicato su World Psichiatry il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, dichiara: ” I sistemi di salute mentale in tutti i paesi vanno rafforzati per far fronte all’impatto. Qualsiasi successo nell’affrontare ansia e angoscia delle persone renderà più facile per loro avere volontà e capacità di seguire le linee guida delle autorità sanitarie” per contenere il contagio.

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/allarme-oms-aumento-disagi-mentali-a-causa-coronavirus-048b25f9-c8c2-4e01-9c4b-87b9ada8c58f.html

Questa dichiarazione, pur rendendo finalmente esplicita la contraddizione che risiede nella tesi scientifica, tanto cara agli psichiatri d’ogni dove, che i disagi mentali abbiano un’origine organica, ci preoccupa e non poco.
Riportiamo, per capirci, le parole di una lettera (dell’ottobre 1949) di Aldous Huxley a George Orwell: “…Che nella realtà la politica dello stivale sulla faccia possa andare avanti indefinitamente sembra essere incerto. È mia convinzione che l’oligarchia al governo troverà modi sempre meno ardui e dispendiosi di governare e soddisfare la sua brama di potere…” “…Credo che entro la prossima generazione i padroni del mondo scopriranno che il condizionamento infantile e la narco-ipnosi sono più efficienti come strumenti di governo rispetto a club e prigioni e che la loro brama di potere potrà essere completamente soddisfatta suggestionando le persone ad amare la loro schiavitù, invece di fustigarle e ridurle all’obbedienza…”.
Forse l’approccio al controllo, ipotizzato dallo scrittore dispotico Huxley, è già in atto ed è perfettamente in linea con quanto dichiarato dal Direttore Generale dell’OMS. Potrebbe esserne una dimostrazione il trattamento sanitario obbligatorio ricevuto da Dario Musso, basta sostituire “narco-ipnosi” con “psicofarmaco”. Dario ha osato sfidare il pensiero unico imposto andando in giro con la sua auto, nella sua città Ravanusa, “armato” di un megafono, con il quale esplicitava il suo pensiero: “Non c’è nessuna pandemia”. Si è ritrovato circondato da carabinieri che gli hanno intimato di scendere dalla macchina, l’hanno circondato, buttato violentemente a terra e tre infermieri lo hanno sedato. Dopo di che è stato portato in un reparto psichiatrico dell’ospedale di Canicattì e per quattro giorni i suoi familiari non l’hanno potuto vedere. Il caso è, dopo giorni, agli onori della cronaca. Ma Dario ha la fortuna di avere dei familiari combattivi e un fratello avvocato, che non demordono ed hanno dichiarato battaglia legale.
Oppure il caso di Beate Bahmer, un’avvocata tedesca di Heildelberg, che per aver dichiarato che “il virus è innocuo per il 95% della popolazione” ed aver tentato di organizzare manifestazioni nel Paese, è stata sottoposta ad un TSO. Anche lei come Dario.

“Qualsiasi successo nell’affrontare ansia e angoscia delle persone renderà più facile per loro avere volontà e capacità di seguire le linee guida delle autorità sanitarie”
Appunto…

Vicini a Dario e a tutte le persone sottoposte a controllo psichiatrico – Collettivo SenzaNumero Roma